Riflessione sulla tassazione delle pensioni di guerra dell'On. Rosa Villecco Calipari

Fonte: On. Rosa Villecco Calipari - Vice Presidente Gruppo PD – CAMERA DEI DEPUTATI

 

L’ITALIA E UN PAESE SENZA MEMORIA. O PER MEGLIO DIRE CON UNA MEMORIA LABILE, ATTRAVERSATA DA DIMENTICANZE IMPRESSIONANTI E DISPONIBILE A CEDERE A COMPROMESSI SPACCIATI PER SOLUZIONI NECESSARIE.

Così per risanare i conti italiani si può anche pensare di tassare le pensioni di guerra.

E accaduto infatti che proprio lunedì scorso, cioè il 12 novembre, Giornata del ricordo del caduti nelle missioni internazionali per la pace, da una parte si celebrassero tutti gli onori i militari e i civili delle missioni all’estero e dall’altra, nello specifico alla Camera del Deputati, il governo Presieduto da Mario Monti imponesse, all’interno della legge di Stabilità, la tassazione Irpef sulle pensioni di guerra. Solo l’aver ipotizzato una soluzione del genere, cosa che non si è mai verificata prima nella storia del nostro Paese, rappresenta un’offesa alla memoria di chi ha servito l’Italia.

E un’autentica ingiustizia verso chi è rimasto ferito, a danno di chi già ha dato alla Patria, le cose più importanti, come la vista, le mani, le gambe e spesso anche la vita. E ancora di più, è colpire quasi esclusivamente
donne che spesso hanno trascorso un’esistenza ad accudire uomini divenuti invalidi per aver compiuto il proprio dovere e per aver difeso il nostro Paese.

 

Le pensioni di guerra, voglio ricordarlo, non hanno natura né reddituale néassistenziale, bensì risarcitoria e in quanto tali non sono mai state sottoposte a tassazione. Si pensi che la norma, così come era stata prevista
nelle legge di Stabilità, avrebbe addirittura creato una palese incoerenza rispetto alle sentenze della Corte Costituzionale, la n.70 del 1999 e la n. 387 del 1989, le quali, confermano con assoluta chiarezza il carattere
risarcitorio delle pensioni di guerra.

La dura battaglia che si è svolta nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi nella sede della commissione Bilancio di Montecitorio ha dato però i suoi frutti: siamo riusciti, come Partito Dernocratico e creando un fronte
bipartisan, a garantire l’esenzione totale sulla tassazione per le pensioni dirette. Mentre sulle pensioni di reversibilità ho sentito con le mie orecchie il presiderite del consiglio Monti e il ministro dell’Economia
Vittorio Grilli assicurare, alla presenza del relatori Pier Paolo Baretta e Renato Brunetta e del collega del Fli Gianfranco Paglia, che questa intollerabile ingiustizia si risolverà al Senato.

 

La Lega avrebbe preferito che ci fossimo mossi per far cadere il governo, ma noi siamo il Pd non la Lega. Manterremo l’impegno con chi ha servito l’Italia Paese e con i loro congiunti, ma non affonderemo l’esecutivo
per fare un favore ai leghisti e rendere ingovernabile l’Italia. La Ragioneria, però, e urgente che riveda le cifre perché sappiamo che per mantenere l’esenzione fiscale per i trattamenti di reversibilità per i congiunti di un
titolare defunto di pensione di guerra non servono somme esorbitanti. Ci fidiamo di Monti, ma è chiaro che non solo vigileremo perché questo impegno sia onorato, ma soprattutto perché non si ricorra in futuro a soluzioni
di questo tipo, a danno di chi ha già pagato un prezzo altissimo al nostro Paese.

 

(pubblicato con l'approvazione ottenuta, da un nostro socio, dall'On. Rosa Villecco Calipari Vice Presidente Gruppo PD – CAMERA DEI DEPUTATI. Suo è l'articolo.)